Ecco la soluzione del Gruppo Arvedi.
In Italia sono centinaia le piccole e grandi imprese che hanno adottato le pratiche dell’economia circolare e l’uso di energia rinnovabile per far fronte alla sostenibilità ambientale. I monitoraggi su scala nazionale certificano che ormai sono sempre di più le aziende che hanno compreso i benefici della circolarità nella produzione, nel guadagno e sull’ambiente. L’obsoleto processo lineare di sfruttamento delle risorse naturali – secondo cui le risorse sono abbondanti, disponibili, eliminabili e a basso costo – è un modello di “crescita” che intacca gli equilibri dell’ecosistema, i quali sono compromessi da tempo. In più, le risorse scarseggiano, mentre la loro domanda continua ad aumentare. Dal canto suo, l’economia circolare presuppone che i prodotti mantengano il loro valore aggiunto il più a lungo possibile, senza l’immissione di nuovi rifiuti: alla fine del ciclo di vita di un prodotto, le risorse intrinseche non devono andare perdute, ma devono aver nuova vita ed essere introdotte nel sistema economico per creare nuovo valore.
Uno degli ambiti che pesa particolarmente sull’ambiente è la lavorazione per la produzione dell’acciaio: il settore siderurgico necessità di rivedere il proprio modus operandi, un adattamento all’innovazione tecnologica e una rinnovata attenzione al suo impatto ambientale. Al problema della produzione si contrappone il fatto che l’acciaio si rivela essere uno dei materiali più riciclati al mondo e anche uno di quelli che meglio riesce a mantenere le proprie caratteristiche dopo il trattamento: esso è riciclabile al 100 per cento e può essere riciclato infinite volte senza perdere alcuna delle sue proprietà originarie. Gli elementi in acciaio provenienti da prodotti dismessi sono raccolti e selezionati grazie alle loro proprietà magnetiche, e il rinato acciaio composto da materiale di riciclo non presenta alcun degrado nelle proprietà meccaniche, risultando così indistinguibile dal materiale di nuova produzione. L’acciaio non viene mai consumato, ma continuamente trasformato attraverso i processi di riciclo evitando il consumo di altro petrolio necessario per la produzione di materiali da materie prime fresche di estrazione e diminuendo l’impatto ambientale delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera e di altri inquinanti. Insomma, si tratta di un “materiale permanente” il cui ciclo di vita è potenzialmente senza fine, dunque, il concetto base dell’economia circolare.
L’Italia è il paese della Comunità Europea con il più elevato quantitativo annuo di rottami ferrosi – una vera e propria miniera – che vengono riciclati. A tal proposito, una realtà siderurgica fra le più importanti in Europa come il Gruppo Arvedi di Cremona è protagonista attiva nella ricerca di nuove soluzioni. Fondata nel 1963 dall’imprenditore Giovanni Arvedi, l’azienda si occupa di tubi saldati in acciaio al carbonio, dà lavoro a oltre tremila e seicento dipendenti e segna circa quattro milioni di euro di ricavi.
Il progetto di Arvedi prevede come obiettivo il raggiungimento di una produzione basata su oltre il 75 per cento di materie prime riciclate entro il 2023, implementando l’impiego di rottami di ferro nella produzione. Oltre il 95 per cento degli scarti e rifiuti dell’azienda sono già recuperati: le scorie nere del processo di fusione, utilizzate come sottoprodotto al 98 per cento, sono destinate al settore costruzione, mentre le scorie bianche, recuperate al 40 per cento, sono impiegate per la stabilizzazione dei terreni. L’azienda, rispetto agli impianti convenzionali del settore, utilizza il 50 per cento in meno di acqua.
Fiore all’occhiello dell’azienda è la sezione “Tubi Acciaio”, dove il materiale viene continuamente trasformato in nuovi prodotti e gli scarti reinseriti nel ciclo di produzione di nuovo acciaio: un vero e proprio processo di economia circolare. Inoltre, grazie al suo impegno in materia ambientale e di innovazione tecnologica, il Gruppo Arvedi ha ricevuto un finanziamento di 110 milioni di euro dalla “Banca Europea degli Investimenti per attività di ricerca e sviluppo nel campo dell’economia circolare e della produzione di energia rinnovabile” per poter proseguire nel raggiungimento dei suoi obiettivi.
Fonte: arvedi.it